Cari amici locandieri,
alla Taverna Ferretti, ci sono piatti che non finiscono mai davvero nel menu. Non perché non li serviamo, anzi: perché fanno parte della nostra storia, sono scritti nella memoria più che sulla carta. Uno di questi, il più conteso dai miei nipoti, dai clienti affezionati e (diciamolo) anche da chi fa finta di essere “a dieta”, sono le polpette di pesce della nonna.
Eh sì, perché dietro questo piatto c’è mia madre, la donna che da sempre tiene in piedi la nostra cucina con una pazienza che io, francamente, non ho ancora capito da dove venga. Da giovane diceva di voler aprire una trattoria, poi è arrivato mio padre, la famiglia, la vita… ma alla fine eccola lì, con me, nella Taverna a Silvi Paese, ogni mattina a sporcarsi le mani (in tutti i sensi) con me.

Una ricetta fatta di gesti, non di dosi
La ricetta? Non la troverete su Google. Perché non c’è una quantità esatta di pane raffermo o una misura fissa di prezzemolo tritato. Ci sono solo le mani di mamma, che impastano con il ritmo che le hanno insegnato le donne di una volta, quelle che cucinavano con ciò che avevano e ci tiravano fuori meraviglie.
Il segreto – che poi tanto segreto non è – è il pesce azzurro, quello che spesso veniva considerato “povero”, ma che sulle nostre colline affacciate sul mare ha sempre avuto un sapore nobile. Si trita, si mescola con un uovo, un po’ di mollica, sale, pepe, erbe dell’orto. Poi si decide: le vuoi in bianco o col sugo? Noi, ovviamente, le facciamo entrambe.
Ma quelle al sugo… quelle al sugo sono una poesia d’inverno
Silvi Paese e il profumo del sugo alla finestra
Chi passa vicino alla nostra taverna verso le 11 del mattino, d’estate come d’inverno, sente un profumo che esce dalle finestre aperte. È il pomodoro che sobbolle piano, è il richiamo di chi ha fame di casa. Le polpette affondano dolcemente nel sugo e da lì iniziano a prendere quel sapore che – se chiudi gli occhi – ti riporta alla cucina della nonna, ai pranzi della domenica, a quando non c’erano telefoni a tavola ma solo voci e pane da intingere.
Ecco, ogni volta che le porto in sala, penso a tutto questo. Penso che in un piatto semplice si nasconde una vita intera, e che ogni polpetta è una piccola carezza fatta di ricordi.

Passate a provarle, ma non chiedeteci la ricetta
Le facciamo ancora oggi, con le stesse mani, la stessa pazienza e la stessa allegria di allora. Sono nel menu solo quando ci va – o meglio, quando la mamma decide che “oggi si fanno”.
Quindi il consiglio è semplice: passate a trovarci alla Taverna Ferretti, magari in un giorno qualsiasi, magari in uno di quelli un po’ storti. Vi prometto che una forchettata di queste polpette riuscirà a raddrizzarlo. Parola di figlia.

Un invito speciale
Se volete gustare le nostre polpette, vi aspettiamo alla Taverna Ferretti, in Piazza San Nicola a Silvi Paese. Qui potrete assaporare non solo un piatto, ma un pezzo di storia abruzzese, preparato con cura e passione.
Alla prossima, amici locandieri, per un’altra immersione nella cucina e nelle tradizioni della nostra terra!
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